Ultimatum a Zelensky: resa o massacro dell'Ucraina/ Generale Giallongo: Le condizioni per salvarla

Nel corso di un'intervista per IlSussidiario.tv, il Generale Vincenzo Giallongo ha fornito un'analisi drammatica della situazione in Ucraina, concentrandosi sulle pressioni americane e sulle prospettive del conflitto.​​

Il Generale ha definito l'ultimatum di Trump a Zelensky un aut-aut imprevedibile, motivato dalla volontà del presidente di chiudere il conflitto per riaprire gli affari con Putin. Secondo Giallongo, Zelensky si trova con le spalle al muro a causa della carenza di uomini, dei problemi interni e delle accuse di corruzione. Il rifiuto del piano di pace statunitense rischierebbe un disimpegno americano, portando a una brutta capitolazione dell'Ucraina, dato che Putin potrebbe sferrare un attacco decisivo.​

Sul fronte interno ucraino, il Generale ha sottolineato come la popolazione, sebbene resistente al freddo, stia sopportando sacrifici senza più speranza. Senza aiuti americani adeguati e con vincoli operativi, ogni ulteriore resistenza apparirebbe come un inutile stillicidio.​

Gli scenari futuri, per Giallongo, dipendono dalla risposta di Zelensky. L'opzione militare europea è esclusa, tranne che per velleità francesi. L'unica via è accettare il piano Trump, ma ponendo due condizioni non negoziabili: massicci aiuti economici per la ricostruzione e una formale annessione alla NATO e all'UE. Senza queste garanzie, l'Ucraina rimarrebbe un territorio instabile, destinato a essere riattaccato. La cessione dei territori già occupati, come il Donbass, è purtroppo da considerarsi inevitabile.​

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