Congelamento Asset russi e ritorsioni/ Marco Zacchera: L'Euro rischia, le conseguenze per l'Europa

Su IlSussidiario.tv è andata in onda un’intervista a Marco Zacchera, già parlamentare ed esperto analista di politica internazionale, dedicata alle implicazioni geopolitiche e finanziarie legate alla possibile decisione dell’Unione Europea di utilizzare gli asset russi congelati per sostenere l’Ucraina.​​
Zacchera ha spiegato che la questione riguarda circa 200 miliardi di euro appartenenti alla Banca centrale russa e depositati principalmente in Belgio, capitali che l’Europa guarda con crescente interesse a fronte delle difficoltà di bilancio e del crescente scetticismo dell’opinione pubblica verso nuovi aiuti diretti a Kiev.​
Secondo l’analista, l’ipotesi di impiegare questi fondi, anche solo indirettamente, comporterebbe rischi rilevanti e in larga parte sottovalutati, sia sul piano politico sia su quello finanziario.​

In primo luogo, Zacchera ha sottolineato come una simile scelta provocherebbe quasi certamente ritorsioni immediate da parte di Mosca, a partire dal congelamento dei beni europei in Russia, con conseguenze concrete per numerose aziende italiane ed europee.​
Inoltre, ha evidenziato la debolezza dello schema europeo che prevede di concedere all’Ucraina prestiti garantiti da future riparazioni russe, ricordando che un Paese vincente sul piano militare difficilmente accetta di pagare indennità a fine conflitto e che, in ogni caso, tale prospettiva resta altamente incerta.​

Un altro punto centrale dell’analisi riguarda il precedente storico e giuridico: anche durante le due guerre mondiali, ha ricordato Zacchera, i fondi degli Stati nemici depositati all’estero non furono utilizzati prima di un trattato di pace, proprio per non minare la fiducia nel sistema finanziario internazionale.​
Rompere questa prassi, secondo l’analista, indebolirebbe la credibilità del sistema europeo di custodia dei capitali e la percezione di sicurezza giuridica offerta dall’area euro.​
Zacchera ha avvertito che altri Paesi con riserve denominate in euro potrebbero spostare i propri capitali verso giurisdizioni considerate più sicure, riducendo l’attrattività dell’euro come valuta di riserva sui mercati globali.​

Infine, ha richiamato l’attenzione sulle divisioni politiche all’interno dell’UE e sui vincoli dei trattati, sottolineando come il negoziato in corso tra gli Stati membri renda la decisione attesa al vertice europeo un passaggio particolarmente delicato.​
Tale decisione, ha concluso Zacchera, è potenzialmente destinata a produrre effetti di lungo periodo sull’economia europea, sulle relazioni con la Russia e sugli equilibri geopolitici del continente.​

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