Il Buon Pastore - IV Domenica di Pasqua
Автор: Giuseppe Mani
Загружено: 2025-05-10
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Nella meravigliosa sinfonia pasquale il Risorto si presenta a noi come il Buon Pastore. È una immagine che gli è cara, perché comune a tutta la Bibbia, tanto che le prime raffigurazioni di Gesù sono proprio così: Il Pastore con la pecorella sulle spalle.
I verbi che abitano il Vangelo di questo giorno non possono lasciarci indifferenti. Si tratta di ascoltare, conoscere, seguire e donare.
Ascoltare: ecco un atteggiamento che richiama una reale disponibilità di spirito e di cuore. Ascoltare chi dà senso alle nostre scelte, chi si dona totalmente al suo gregge.
Conoscere e lasciarci conoscere. Lungi dalla curiosità quella che è proposta dal Buon Pastore è l’apertura in ciò che mi rivela della vita, dell’amore del Padre, del progetto di Dio per l’uomo di oggi. In questa qualità della relazione c’è una attenta reciprocità all’avvenire dell’altro, di ciascuno e di tutti, comprese le pecore perdute. Conoscere il Cristo è conoscere la sua intimità col Padre, la sua fede di giustizia e di verità per l’uomo e il mondo di oggi. Conoscere è sapere che abbiamo un peso agli occhi di Dio.
Seguire Cristo, quale avventura! Seguirlo nella fiducia perché la sua voce è rassicurante, ma è anche seguirlo nell’ignoto. Fare come tanti che hanno osato, i dodici e altri dalle origini della Chiesa. Questa audacia è importante in questo periodo in cui avere delle garanzie è particolarmente importante prima di correre un rischio o prendere un impegno.
Donare, donare la vita e riceverla nella pienezza, perché si tratta della vita eterna.
Siamo nella dinamica della domenica delle vocazioni. Avremo abbastanza disponibilità per assumere col soffio dello Spirito la missione di seguire il Buon Pastore con un dono totale?
Avremo l’audacia di lasciarci chiamare da Colui che è veramente l’unico Pastore? Ma anche l’audacia di essere appellanti, interpellanti, capaci di sostenere il peso che ci riconosciamo come testimoni di Cristo in risposta alle esigenze della Chiesa per invitare a divenire pastori, evangelizzatori, missionari e testimoni del Risorto?
Niente di più originale perché il mondo riceva il dono di Dio manifestato dal Buon Pastore che uomini e donne rispondano generosamente e gioiosamente alla chiamata di Cristo.
Rispondere alla chiamata non è nelle abitudini della nostra società, una chiamata senza prospettive di carriera, di riconoscimento sociale, ma un appello che apre ad un essenziale e che dice il dono di Dio, il suo amore per l’umanità . Un servizio della Parola di Dio e dell’uomo all’altezza della chiamata di Cristo.
Bisogna liberarsi dalla buona coscienza che tende a scaricare la questione della chiamata per la messe affidandola al servizio diocesano o nazionale delle vocazioni. Anche la preghiera per le vocazioni è solo una dimensione dell’impegno che Gesù ci ha dato: “La messe è molta ma gli operai sono pochi”. Si tratta di guardare la messe prima di guardare il numero degli operai. Saremo noi capaci di assumerci l’impegno di annunciare la Buona Novella fino agli estremi confini della terra con l’attenzione e la passione del Buon Pastore per tutte le pecore che non sono ancora nel gregge?
Tutti chiamati e tutti appellanti, eccoci in stato di mobilitazione per annunciare ai nostri vicini fino agli estremi confini della terra la “salvezza del nostro Dio” per l’uomo di oggi. Nessuno è dispensato dal mettersi al seguito del Buon Pastore.
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