Cina e Ucraina, la partita di Macron/ Generale Giallongo: Zelensky al bivio, l'Europa si divide

Su ilsussidiario.tv, il Generale Giuseppe Giallongo ha analizzato il ruolo di Cina, Russia, Stati Uniti ed Europa nel conflitto in Ucraina. Il Generale ha osservato che Emmanuel Macron, al di là delle sue politiche interne, è uno dei pochi leader europei a mantenere una linea chiara in politica estera e nel sostegno all'Ucraina.

Secondo Giallongo, l'invito di Macron a Pechino affinché prenda le distanze da Mosca è una mossa corretta, sebbene di difficile attuazione. La Cina, infatti, trarrebbe vantaggio da un conflitto che indebolisce la Russia, costringendola a vendere energia a prezzi scontati e a sostenere un'economia di guerra che ne limita lo sviluppo civile. Per questa ragione, la Cina, pur dichiarandosi neutrale, avrebbe interesse a non favorire una rapida conclusione della crisi.

Giallongo ha spiegato che, dopo un incontro al Cremlino, gli Stati Uniti avrebbero discusso con Kyiv in Florida, lasciando ipotizzare un negoziato parallelo tra Washington e Mosca. Il Generale ipotizza un "ricatto velato" nei confronti di Zelensky: accettare una formula di pace, che potrebbe includere cessioni territoriali, in cambio di garanzie come l'ingresso nell'UE e nella NATO. In caso contrario, gli Stati Uniti potrebbero ridurre il loro coinvolgimento. L'Europa, secondo Giallongo, continua a mostrarsi divisa e poco incisiva, con aiuti militari ed economici insufficienti e ostacolati da veti interni.

Se l'UE adottasse una strategia più coesa e determinata, anche sul piano militare, la Russia potrebbe essere costretta a rivedere le proprie ambizioni. Giallongo conclude ritenendo improbabile un ricorso all'arma nucleare da parte di Putin, ribadendo che solo un'Europa unita e compatta potrebbe influire concretamente sul raggiungimento della pace.

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