Periodico olivo 7 Novembre 2025
Автор: AIPO verona
Загружено: 2025-11-07
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Periodico n 45 del 07.11.2025
Fase Fenologica: la stagione della raccolta volge al termine, segnata da una produzione limitata. Le cause principali sembrano riconducibili alle elevate temperature registrate nei mesi di giugno e luglio, superiori di 3–5 °C rispetto alla media stagionale, e alla forte pressione della mosca olearia (Bactrocera oleae), che ha compromesso la qualità e la quantità delle drupe.
Prevenzione fitosanitaria
Anche se può risultare impegnativo, è fortemente consigliata la raccolta delle olive infestate dalla mosca olearia, anche in presenza di danni evidenti. Lasciare i frutti colpiti sugli alberi o al suolo può favorire la sopravvivenza dell’insetto durante l’inverno. Le femmine svernanti, con il ritorno delle temperature miti, potrebbero utilizzare queste olive residue come siti di ovideposizione, dando origine a generazioni primaverili precoci. In presenza di condizioni climatiche favorevoli, ciò potrebbe aumentare la pressione parassitaria già nelle prime fasi vegetative dell’olivo. La rimozione completa delle drupe rappresenta quindi una pratica agronomica preventiva fondamentale per contenere la popolazione della mosca nella stagione successiva.
Difesa fitosanitaria
Al termine della raccolta, si raccomanda l’esecuzione di un trattamento fitosanitario di disinfezione con prodotti a base di rame, utile per proteggere le piante da eventuali infezioni e per contenere la diffusione della Rogna dell’olivo, patologia batterica che può compromettere la salute della pianta e la produttività futura. In associazione al rame, si suggerisce l’impiego di corroboranti naturali come il distillato di legno, noto per le sue proprietà antimicrobiche e stimolanti, e di prodotti contenenti zinco e altri microelementi, che favoriscono la cicatrizzazione dei tessuti vegetali e migliorano la resistenza della pianta agli stress biotici e abiotici.
Questi interventi potrebbero contribuire a:
a) rafforzare le difese endogene dell’olivo e a prepararlo al meglio per la stagione vegetativa successiva;
b) favorire la cicatrizzazione dei tessuti vegetali danneggiati da raccolta, potatura o attacchi parassitari;
c) stimolare la sintesi di lignina e pectine, rafforzando le pareti cellulari e migliorando la resistenza meccanica alle infezioni;
d) supportare il trasporto degli zuccheri e il metabolismo cellulare, contribuendo alla preparazione della pianta per la fase di riposo invernale;
e) prevenire carenze latenti, soprattutto in suoli poveri o in annate con stress idrico e termico, come quella appena trascorsa.
La concimazione autunnale dell’olivo: una pratica strategica nei diversi areali italiani
Dopo aver analizzato, nel precedente articolo del 3 novembre ultimo scorso, le motivazioni e le pratiche di base della concimazione autunnale dell’olivo, approfondiamo ora gli aspetti tecnici e gestionali di questa fase cruciale, differenziando strategie e dosi nei vari areali italiani.
L’obiettivo è ottimizzare la restituzione dei nutrienti asportati dalla fruttificazione, migliorare la fertilità biologica e accompagnare la pianta verso il riposo invernale in equilibrio fisiologico.
Effettuata subito dopo la raccolta, la concimazione autunnale serve a ricostituire le riserve nutritive esaurite durante la fruttificazione e a favorire l’accumulo di sostanze di riserva nei tessuti legnosi e radicali, in vista della ripresa vegetativa primaverile.
Le temperature miti e l’umidità residua del suolo favoriscono ancora l’assorbimento radicale dei nutrienti, consentendo all’olivo di prolungare la propria attività fotosintetica.
Negli ultimi anni gli autunni si sono però allungati e riscaldati, le temperature del suolo restano sopra i 10 °C fino a dicembre, mantenendo l’apparato radicale attivo più a lungo e permettendo alla pianta di accumulare nutrienti sotto forma di riserve energetiche.
Quando invece il suolo scende sotto questa soglia, l’attività radicale rallenta drasticamente e la concimazione perde efficacia.
Definizione delle dosi e criteri di calcolo
La dose di concime va definita in base alla fertilità del terreno e alle produzioni.
Oltre alle analisi chimico-fisiche, anche l’osservazione diretta dell’oliveto (vigoria, colore delle foglie, carica produttiva, struttura del suolo) offre indicazioni utili per una concimazione di reintegro mirata.
Un oliveto con produzione media di 40 q/ha di olive asporta indicativamente:
20–25 kg/ha di fosforo (P₂O₅)
80–100 kg/ha di potassio (K₂O)
Valori di riferimento:
terreni fertili o ricchi di scheletro → 20 kg P₂O₅ e 60 kg K₂O/ha;
terreni mediamente fertili → 25 kg P₂O₅ e 80 kg K₂O/ha;
terreni poveri o sabbiosi → 30 kg P₂O₅ e 100 kg K₂O/ha.
Oltre a fosforo e potassio, può essere utile integrare microelementi (Mn, Zn, B, Fe) importanti per fotosintesi, formazione dei tessuti e resistenza agli stress.
Tel. 045 8678260
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