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Dove la meccanica era di casa. Le officine Toschi di Bologna

Автор: Museo del Patrimonio Industriale

Загружено: 2020-05-05

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Al piano terreno di una piccola palazzina nei pressi della Chiesa della Grada, a Bologna, era un tempo presente una delle tante piccole officine che, fin dagli inizi del secolo scorso, hanno vissuto in stretto rapporto con le aziende del comparto metalmeccanico: le Officine Toschi.

Armando Toschi, romagnolo, meccanico motorista durante il primo conflitto mondiale, si trasferisce a Milano lavorando come capo-officina della ditta Zanfi, che produce freni e particolari per bicicletta. Dopo aver sposato una figlia del titolare, nel 1920 decide di mettersi in proprio, trasferendosi a Bologna. La produzione è analoga a quella milanese e le commesse non mancano, tanto da richiedere l'ampliamento dello spazio di lavoro tra il 1926 e il 1927.

Risale a questi anni anche l'amicizia con i fratelli Ducati, allora agli inizi della loro straordinaria attività scientifica ed imprenditoriale. La frequentazione reciproca fa sì che Armando veda nascere il primo geniale prodotto della SSRD (Società Scientifica Radio Ducati), un condensatore a mica denominato “Manens”, del quale l'Officina Toschi realizza alcuni particolari.

La Toschi trova ben presto un suo spazio nel panorama bolognese e dopo il periodo iniziale, in cui prevale la realizzazione di pezzi stampati, incrementa la propria dotazione di torni e macchine utensili, con l'impiego di 3-6 operai, specializzandosi nella produzione di minuteria metallica. Negli anni Trenta-Quaranta tra i clienti vi sono, oltre a Ducati, anche Calzoni, Minganti, Weber, Pancaldi e decine di altre aziende della meccanica e della motoristica, non solo locale. Sono anni in cui queste non hanno la possibilità o la convenienza di realizzare al loro interno quei particolari che le piccole officine come la Toschi sono in grado di fornire.

Uscita pressoché integra dai pesanti bombardamenti che colpiscono Bologna, la Toschi riprende l'attività dapprima riutilizzando o modificando residuati bellici, quindi fornendo molti particolari per il “Cucciolo”, il primo prodotto motoristico della Ducati, un motore ausiliario che negli anni del dopoguerra ha un grandissimo successo di vendite. Una fortuna commerciale che si riverbera anche sull'attività della ditta di Armando Toschi, nella quale trovano posto anche i figli, dapprima Arnaldo e poi Adriano. È probabilmente per far fronte ai grandi numeri delle commesse Ducati e di altre aziende che nel corso degli anni Cinquanta vengono acquistate nuove macchine utensili.

La volontà di rinnovarsi per far fronte alle esigenze del mercato, espressa dai figli, trova però nel fondatore una ferma ostilità. A partire dagli anni Sessanta inizia per la Toschi un lento ma inesorabile declino. Dopo la morte del padre e l'abbandono del fratello Adriano, Arnaldo prosegue l'attività con un paio di addetti fino alla chiusura, nel 1990.

Dove la meccanica era di casa. Le officine Toschi di Bologna

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