LM04 Antropologia economica ed evolutiva lezione 04 registrata il 5 novembre 2025
Автор: Pietro Vereni
Загружено: 2025-11-05
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Questa quarta lezione del modulo LM prosegue l'analisi de La Grande Trasformazione di Karl Polanyi, focalizzandosi sulle *profonde modificazioni culturali* innescate dall'industrializzazione e dalla nascita del mercato autoregolato.
1. Il tempo disciplinato e la Rivoluzione industriale
L'introduzione della produzione macchinica richiede una **nuova concezione del tempo**. Per ammortizzare i macchinari, è necessario un funzionamento continuo e turni regolari. Questo impone l'uniformità e la parcellizzazione del tempo, distinguendo nettamente il tempo del lavoro dal tempo libero, una distinzione che era difficile da concepire precedentemente.
Prima dell’industrializzazione, il lavoro era spesso organizzato *attorno ai *task** (compiti) e il tempo era "a fisarmonica," elastico, con momenti di intensa attività alternati a momenti di riposo, senza ritmi scanditi (come, ad esempio, la pratica del "San Lunedì" in cui si continuava a festeggiare dopo il pagamento del sabato). Lo storico E. P. Thompson, nel suo saggio Tempo e disciplina del lavoro (1967), mostra come l'introduzione degli orologi e delle fabbriche abbia dovuto *ristrutturare i corpi e le vite* delle persone per imporre questa nuova disciplina temporale. L'introduzione delle macchine costrinse gli operai a sviluppare l'attitudine al *calcolo e alla programmazione* del lavoro, funzionalità essenziale per il sistema industriale.
La battaglia per imporre la sincronizzazione e l'uniformità del tempo era evidente nelle ordinanze delle prime fonderie, dove si cercava di impedire agli operai di manipolare orologi e campane per alterare l'orario di inizio e fine del lavoro. Polanyi sottolinea che questa modifica dei ritmi di produzione è un mutamento culturale radicale, non solo economico.
2. La Critica all'Homo Economicus
Polanyi, basandosi sull'antropologia (come gli studi di Sahlins e Malinowski), rigetta la tesi dell’**_Homo economicus_** come soggetto universale e naturale. La propensione al guadagno e al profitto non ha svolto una parte importante nell'economia prima che questa fosse controllata dai mercati. L'_Homo economicus_ è un **prodotto storico**, nato nel momento in cui la macchinizzazione ha generato il sistema di mercato autoregolato.
Le culture umane premoderne, infatti, non sono sistematicamente caratterizzate dalla carenza e non è vero che i bisogni siano naturalmente infiniti, ma si apprendono culturalmente. Polanyi sostiene che l'uomo, di regola, agisce per **salvaguardare la sua posizione sociale**, le sue pretese e i suoi vantaggi sociali, e non il suo interesse individuale nel possesso di beni materiali.
In queste società, l'economia è *_embedded_* (immersa/incastonata) nei rapporti sociali. L'obiettivo è l'accumulo di *capitale simbolico* (prestigio, status) che necessita di riconoscimento sociale, a differenza dell'accumulo di beni materiali (capitale economico) che, teoricamente, l'individuo potrebbe perseguire da solo. L'interesse economico personale era spesso eliminato dalla coscienza per via della pressione sociale, rendendo la generosità (misurata in prestigio) l'unico comportamento conveniente.
3. I principi di integrazione economica pre-mercato
Prima della Grande Trasformazione (la società controllata dai mercati), la sopravvivenza della società era garantita da strategie di azione basate su due principi fondamentali:
1. *Reciprocità:* Criterio logico che regola il dare e ricevere tra persone o gruppi in un orizzonte di equivalenza (es. tra fratelli, clan, vicini). Implica un sistema di *doni differiti* basato sulla fiducia (do oggi perché tu possa dare domani).
2. *Redistribuzione:* Criterio logico secondo cui i beni fluiscono verso un centro (capo, tempio, palazzo) che poi li ripartisce.
Questi principi si avvalgono di *Modelli* (strutture sociali osservabili):
La *Simmetria* (uguaglianza tra soggetti) è il modello che sostiene la Reciprocità. Un esempio classico è lo scambio di doni cerimoniali, come il *Kula Ring* nelle Isole Trobriand, dove collane e braccialetti circolano ossessivamente per ragioni di prestigio sociale e non strettamente utilitaristiche.
La *Centricità* (presenza di un centro di autorità) è il modello che sostiene la Redistribuzione. Questo sistema è fondamentale in contesti dove l'acquisizione delle risorse è aleatoria (come nella caccia), e la consegna della preda al capo per la divisione previene la rottura del gruppo.
La lezione accenna anche al terzo principio, l’*Householding* o *Autarchia* (oikonomia aristotelica), ovvero la capacità di essere autonomi.
Il punto chiave per Polanyi è che la divisione del lavoro è una conseguenza di questi principi sociali, non una premessa basata su una presunta propensione individuale a speculare e massimizzare.
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