GUERRA UCRAINA-RUSSIA, VERITÀ SCOMODE/ GENERALE GIALLONGO: COSA VUOLE PUTIN E L'INGANNO A ZELENSKY

Su IlSussidiario.tv è andata in onda un’articolata intervista al generale dei Carabinieri in congedo Vincenzo Giallongo, analista ed esperto di strategia militare, dedicata agli sviluppi del conflitto russo-ucraino e alle relative implicazioni geopolitiche.

Nel corso del confronto, Giallongo ha sostenuto che i recenti contatti diplomatici tra Stati Uniti e Russia non rappresentano un reale passo verso la pace, ma piuttosto una narrazione politica. A suo avviso, le posizioni di Mosca e Kiev restano profondamente distanti e Vladimir Putin non avrebbe alcun interesse a interrompere le ostilità prima di aver raggiunto i propri obiettivi strategici. Il generale ha interpretato alcuni presunti attentati sul territorio russo come manovre di ostruzione ai negoziati, ritenendo che la Russia stia cercando di guadagnare quanto più territorio possibile in vista di un eventuale congelamento del fronte.

Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo strategico di Odessa, considerata decisiva per il controllo del Mar Nero e della Crimea, nonché per un possibile collegamento con la Moldova e la Transnistria. Secondo Giallongo, l’obiettivo finale del Cremlino sarebbe lo spostamento della frontiera russa verso i confini europei e della NATO, un piano che l’Europa avrebbe gravemente sottovalutato.

Il generale ha inoltre criticato duramente l’atteggiamento europeo e dell'Alleanza Atlantica, giudicato debole e incoerente, soprattutto di fronte alle violazioni dello spazio aereo dei Paesi membri. Questa mancanza di reazione, ha spiegato, rischia di incoraggiare ulteriori provocazioni russe. Quanto all’Ucraina, Giallongo ha osservato che il presidente Zelensky sarebbe stato illuso da un sostegno occidentale mai realmente concretizzato e si troverebbe ora costretto a cedere progressivamente terreno.

In conclusione, l’analista ha escluso una pace imminente, prevedendo mesi di ulteriore conflitto e un possibile avanzamento russo, a meno di una drastica capitolazione ucraina che, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente a fermare le ambizioni di Mosca.

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